Eolico. Se la guerra dei dazi fa salire i costi

Le rinnovabili crescono, ma la guerra commerciale resta un ostacolo. Secondo Coface, vale soprattutto per l’energia eolica, i cui costi di produzione sono minacciati dalle recenti tensioni dei mercati e delle condizioni di liquidità più rigide.

L’eolico cresce e l’Europa domina

L’industria eolica per ora comunque non se la passa male, cresciuta fortemente dalla metà degli anni 2000 in tutto il mondo, grazie al sostegno governativo, a costi competitivi rispetto alle centrali nucleari o a carbone e al minor impatto ambientale. Il primato resta all’Europa: a differenza di quanto avvenuto per l'industria solare, la Cina non è stata in grado di superare il Vecchio Continente. Tanto che, secondo Coface, l'Europa continuerà a dominare nel prossimo decennio.

Problemi in vista nel 2019

Nel 2019 le cose però potrebbero cambiare. Poiché le turbine eoliche sono principalmente in acciaio, l'industria risentirà delle misure protezionistiche avviate a giugno 2018. L'energia eolica è cresciuta inoltre grazie ai prezzi contenuti di vendita delle turbine eoliche, ma questo vantaggio si sta rivelando un problema per i produttori: riduce la loro redditività e potrebbe avere un impatto sugli investimenti. Inoltre, i prezzi delle materie prime stanno aumentando e di conseguenza i costi di produzione faranno lo stesso.

Un freno anche all’accesso al credito

Finora, in aggiunta, lo sviluppo dei parchi eolici ha potuto contare su sovvenzioni pubbliche e su un facile accesso ai finanziamenti. Ma con l'inasprimento della politica monetaria americana, la fine del finanziamento della BCE e dei sussidi da parte di alcuni governi, l'accesso al credito si potrebbe inasprire.

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