eMobility. La corsa (a ostacoli) continua

Ancora tanti i freni alla mobilità elettrica. Mentre l’automotive continua a investire nel green, la sharing economy sostenibile inizia a farsi strada e i player energetici lavorano in prima linea, gli ostacoli restano tanti: in primis lo sviluppo a rilento delle infrastrutture di ricarica.

L’eMobility tra vantaggi e criticità

È la sessione dedicata all’Electric Mobility della Future Mobility Week di Torino a tratteggiare questo quadro. I cantieri aperti comunque non mancano: produttori di veicoli, operatori energetici e Comuni conoscono bene i vantaggi della mobilità green. E non solo in termini di riduzione delle emissioni di CO2: come ha spiegato Romano Valente, DG di UNRAE (Unione Nazione dei Rappresentanti degli Autoveicoli Esteri), le auto non sono infatti la principale causa dell’inquinamento atmosferico. I vantaggi si misurano piuttosto in termini di costi: un investimento importante per una vettura elettrica o ibrida, si traduce poi in un risparmio sul carburante e sui costi di accesso in aree ZTL.

Stazioni di ricarica: il 35% fuori uso nel 2017

Giocano a favore della mobilità green inoltre le normative dettate dall’ONU e dall’UE, continua Valenti. Regole, ma anche obiettivi da qui al 2020 utili per “dare una svegliata” al mercato. Si deve però accelerare: in Italia gli incentivi statali ad esempio sono ancora insufficienti, ha commentato Sergio Torre, Responsabile Pianificazione Strategica e Controlling di Duferco Energia. Un freno di sicuro per lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica. L’anno scorso oltre il 35% delle colonnine installate in Italia era in manutenzione, ha aggiunto Torre. Se la passano meglio solo le stazioni private installate presso le abitazioni, comunque ancora poche, oppure quelle nei parcheggi di centri commerciali e hotel.

Il “far west” delle colonnine

Manca poi una normativa chiara in merito alle concessioni per portare in strada nuovi impianti di ricarica. Torre parla di un “far west delle colonnine”: alcune aree dei centri urbani sono off limits per molti produttori per via di monopoli e regole di roaming obsolete. Inoltre molte stazioni esistono ma non sono pubblicizzate e, soprattutto, si deve lavorare ancora molto per dotare le strade a lunga percorrenza di nuove colonnine. Ci sono inoltre alcuni problemi pratici: spesso le stazioni non sono dotate di prese a sufficienza, a volte mancano gli attacchi per auto più piccole come la Renault Twizy, oppure non sono impianti fast charger.

Se il fisco frena l’infrastruttura di ricarica

Ci si mette infine anche la fiscalità, continua Torre. Presso molte stazioni di ricarica ad esempio i POS installati sono spenti perché non ancora in grado di stampare la ricevuta, una volta completato un pagamento con carta. Senza l’obbligo di scontrino cartaceo si risolverebbe questo problema. E poi c’è il discorso della tutela del consumatore: a oggi sono ancora poche le colonnine evolute in grado di offrire al cliente la certezza che l’energia caricata è effettivamente pari a quanto richiesto: serve quindi portare innovazione anche nell’ambito della reportistica e della metrica.

L’eMobility secondo Carrefour

Un “far west” dunque. Che però ha spinto alcune catene della GDO a trovare una soluzione. È il caso di Carrefour che, oltre all’istallazione in alcuni punti vendita di colonnine di ricarica, ha poi stretto una partnership con Share’NGO, il servizio green di car sharing già attivo in varie città d’Italia. Come ha raccontato Alfio Fontana, Responsabile Corporate Social Responsibility ed Energy Manager di Carrefour Italia, i clienti, all’uscita dal supermercato, trovano infatti sempre almeno una e-car pronta per il ritorno a casa nel parcheggio. Se fanno la spesa da Carrefour inoltre possono ottenere degli sconti per utilizzare il servizio. Il brand ha poi dato il via alla eco-consegna a domicilio: sono già in circolazione in diverse città italiane furgoncini tutti verdi, pensati per consegnare la spesa a casa a zero emissioni.

La Val d’Aosta in e-bike

La Val d’Aosta ha invece risposto al problema dell’infrastruttura di ricarica puntando su un altro tipo di mezzo di trasporto green: le mountain bike elettriche. Come ha illustrato Elena Landi del Dipartimento dei Trasporti della Regione, accanto agli investimenti a favore dell’installazione di nuove colonnine, grande attenzione è stata infatti riservata all’e-bike sharing, promosso non sono in città o per fare sport, ma anche per il tragitto casa-lavoro. Non mancano quindi ogni anno iniziative ad hoc: alcuni centri offrono anche la possibilità di acquistare la bicicletta dopo il noleggio.

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