Indagine Unipol

Per gli italiani la casa green è una meta ancora lontana

Dati casa green

Con la cosiddetta direttiva case green, l’Unione Europea ha delineato il percorso verso l’efficienza energetica degli edifici del Vecchio Continente.

Stando a dati recenti, gli immobili sono infatti responsabili del 36% delle emissioni di gas serra e del 40% del consumo energetico dell’Europa. Nel momento in cui scriviamo, la direttiva prevede che a partire dal 2028 tutti i nuovi edifici residenziali siano a zero emissioni, anticipando al 2026 la scadenza per le proprietà pubbliche.

Entro il 2030, gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe di prestazione energetica E, passando poi alla D entro il 2033; gli edifici non residenziali e quelli pubblici, invece, saranno tenuti a raggiungere le stesse classi rispettivamente entro il 2027 e il 2030.

Il dibattito è acceso

Il tema della casa green ha guadagnato il centro del dibattito e il confronto è appena all’inizio: a fronte del testo, che ha l’obiettivo dichiarato di aumentare in misura significativa il tasso di ristrutturazione degli edifici inefficienti per ridurne il consumo energetico e abbattere le emissioni di gas serra del settore edilizio entro il 2030 contribuendo alla neutralità climatica europea entro il 2050, le reazioni sono state accese e i negoziati che porteranno alla definizione del testo definitivo sono tuttora in corso.

Le opinioni dei cittadini

Ma qual è la posizione dei cittadini italiani rispetto ai temi dell’efficienza energetica? Quale il loro livello di consapevolezza e quali le intenzioni di adesione alle nuove indicazioni, specie ora che gli incentivi pubblici hanno subito una riduzione e l’accesso alle pur esistenti detrazioni fiscali è difficoltoso?

Ci aiuta a scoprirlo la nuova ricerca promossa da “Changes”, il magazine del Gruppo Unipol, realizzata ed elaborata da Ipsos attraverso 1.720 interviste condotte nel febbraio 2023 su un campione rappresentativo della popolazione nazionale di età 16-74 anni (oltre 44 milioni di individui), di cui oltre 13 milioni residenti nelle principali aree metropolitane.

Obiettivo dell’indagine, sondare le posizioni degli italiani sulla questione efficienza energetica e, più in generale, la loro percezione del livello di sostenibilità ambientale delle rispettive città di appartenenza.

Efficienza, boom negli ultimi 3 anni

Negli ultimi 3 anni, un italiano su cinque, cioè una percentuale del 21% sul totale degli intervistati, ha messo in campo lavori di ristrutturazione finalizzati all’efficientamento energetico della casa: il dato più elevato si registra a Firenze (34%), seguono Verona (29%) e Cagliari (27%), mentre Bologna e Napoli sono state le aree metropolitane che hanno registrato le attività minori, rispettivamente il 15 e il 18%.

Il ricorso ai vari bonus previsti dalla legge è stato massiccio: quasi l’80% delle ristrutturazioni ha usufruito di bonus e agevolazioni, in particolare alla detrazione fiscale del 50%, scelta nel 34% dei casi, seguita dal 28% dell’Ecobonus al 65% e dal 27% che ha scelto il Superbonus al 110%.

Stop superbonus, gli interventi inchiodano

Malgrado la crescente sensibilità rispetto ai temi green, il 52% degli italiani non conosce la classe energetica della propria abitazione e non ha alcuna consapevolezza dei vantaggi che potrebbero derivare da eventuali interventi di efficientamento.

Forse per questo, a oggi, solo l’8% degli italiani sarebbe disposto ad affrontare opere di efficientamento energetico per adeguarsi alla direttiva UE sulle case green.

L’effetto della riduzione delle agevolazioni edilizie pesa sulle intenzioni future degli italiani: il 23%, poco meno di 1 su 4, non intraprenderà interventi di ristrutturazione o efficientamento energetico nei prossimi 12 mesi. Una quota più consistente, pari al 33%, proseguirà invece malgrado lo scenario meno favorevole: tra i più propensi a procedere con le ristrutturazioni anche con agevolazioni inferiori sono i cittadini di Firenze (48%) e Bari (43%), mentre solo il 21% dei torinesi esprime intenzioni positive in questo senso.

Sostenibilità, sulle città il giudizio è severo

In generale, il giudizio degli italiani sulla sostenibilità ambientale e sull’efficienza energetica della propria città è severo, con un voto medio di 5,4 su una scala da 1 a 10. Solo il 27% degli intervistati esprime una valutazione positiva, assegnando voti superiori al 7, mentre il 45% ha posizioni molto critiche. Prevedibilmente, solo il 20% di coloro che abitano nelle metropoli è molto soddisfatto della qualità dell’aria, a fronte di una media nazionale del 30%.

Le città che meritano il giudizio più impietoso sono Roma e Milano, seguite da Torino e Napoli, mentre a Cagliari la situazione è ottimale, con il 48% di cittadini che assegna all’aria cittadina voti tra l’8 e il 10.

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di giugno 2023 di Energia&Mercato

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